Intervista a Giovanni Turolla. Le radici del suo lavoro che hanno permesso a Luxelt di compiere i suoi primi 15 anni di attività.
Iniziamo il nuovo anno con un'intervista al sig. Giovanni Turolla, socio fondatore della nostra azienda. Dal 2009 siamo presenti a Calco in provincia di Lecco e ci occupiamo della progettazione e della produzione di schede elettroniche per differenti settori.
Iniziamo il nuovo anno con un'intervista al sig. Giovanni Turolla, socio fondatore della nostra azienda. Dal 2009 siamo presenti a Calco in provincia di Lecco e ci occupiamo della progettazione e della produzione di schede elettroniche per differenti settori.
Come e quando è entrato in contatto con l’elettronica per la prima volta?
Ero abituato a vedere il mio papà che sistemava le radio. Mi aveva appassionato ed incuriosito. Non aveva particolari competenze in merito, ma anche lui come me è sempre stato curioso e determinato nel comprendere come fossero fatti gli oggetti di uso quotidiano, il loro funzionamento.
Un Natale i miei genitori mi hanno regalato il mio primo laboratorio di elettronica, un kit con differenti esperimenti da realizzare, ed ho iniziato a costruire radio, amplificatori, alimentatori e circuiti oscillatori.
Da ragazzo poi ho costruito da me il ripetitore per una radio libera che ho gestito insieme ad amici e colleghi; ci sono riuscito leggendo varie pubblicazioni di chi lo aveva fatto prima di me. Così ho fatto per tanti apparecchi che ho auto-costruito: recuperavo i componenti da amici che lavoravano già in aziende di elettronica, visitavo le fiere in cui vendevano i surplus di componenti. Attingevo dove potevo perché al tempo i componenti elettronici costavano molto e le disponibilità economiche erano limitate.
Quali sono state le sue prime esperienze lavorative? Di cosa si occupava?
Dopo essermi diplomato come perito elettrotecnico, ho iniziato a lavorare come apprendista in un laboratorio di riparazione di radio e TV. In seguito, ho lavorato in una grande azienda con la mansione di masterista: progettavo circuiti stampati. All’epoca i layout, dato che non c’erano i software, venivano fatti in scala 4:1 su fogli divisi in pollici, su cui si applicavano degli elementi trasferibili come bollini e righe adesive, che erano nient’altro che le pedinature dei componenti e le piste del circuito. Questi circuiti erano commissionati da un’azienda che produceva satelliti, ed io realizzavo i master partendo dallo schema redatto dal progettista. Una scheda elettronica in particolare fu utilizzata nella costruzione del razzo del programma Ariane che permise di mettere in orbita dei satelliti per le telecomunicazioni.
Quando ha deciso di aprire la Luxelt nel 2009, quali obbiettivi e visioni aveva? Sono stati raggiunti in questi 15 anni?
La Luxelt è nata per costruire un brand che racchiudesse il know-how della mia ditta individuale, la Turolla Giovanni. L’obbiettivo era quello di continuare a progettare e produrre schede elettroniche, introducendo per la prima volta la nuova tecnologia a LED a servizio dell’abitazione, in quanto consentiva di risparmiare energia elettrica. Il primo progetto di illuminazione a LED è stato quello delle lampade sottopensili.
Entrambi gli obbiettivi sono stati raggiunti, se pensiamo per esempio all’enorme diffusione delle lampade a LED ed alla grande quantità di schede elettroniche che in questi anni abbiamo progettato e prodotto.
Qual è la sua visione del futuro nel mondo dell’elettronica?
L’elettronica è nata per risolvere dei problemi. Oggi mi sembra che l’elettronica che si produce a volte non sia necessaria. Mi riferisco per esempio alle nuove tecnologie per l’Intelligenza Artificiale: è davvero così indispensabile? Sono tecnologie che mi spaventano. Se penso che potrebbero aiutarci nella ricerca medica, nello studio dell’Universo ciò mi affascina, ma se penso che invece potrebbero sostituire l’uomo allora credo che sia la cosa più sbagliata che si possa pensare di fare.
Un progettista dovrebbe tenere sempre ben presente che ha una grande responsabilità per ciò che inventa: se qualcosa non funziona si mette a rischio la vita delle persone, e non solo.
Sì all’elettronica utile, che può aiutare. Per esempio tanti anni fa ho partecipato alla progettazione di un dispositivo da inserire su una macchina da taglio per lamiera, il quale bloccava la macchina se i sensori rilevavano il più piccolo movimento all’interno della zona di taglio. Questo progetto ha permesso di mettere in sicurezza gli operatori.
Negli anni poi ho fatto mio un concetto molto semplice dell’elettronica, trasmessomi da un mio superiore: è importante progettare bene, il circuito deve essere affidabile, con il minor numero possibile di componenti, perché il componente che non c’è non può nemmeno guastarsi.
Un ricordo piacevole, divertente, formativo in Luxelt.
Quando abbiamo fatto la nostra prima fiera. Perché le persone venivano con curiosità a scoprire il mondo dell’illuminazione a LED. Abbiamo fatto tanta formazione perché abbiamo sempre creduto nel risparmio energetico di questa tecnologia.
Un ricordo meno piacevole di questi anni in Luxelt.
In quindici anni di attività abbiamo incontrato tante persone che hanno cercato di appropriarsi di informazioni senza attribuire il giusto valore al nostro lavoro.
Prodotti copiati, progetti rubati, mancati pagamenti fanno parte del mondo del lavoro e non sono così insoliti.
È deludente lavorare ad un progetto per tanto tempo e a lavoro ultimato e campione consegnato il cliente decide di far produrre il circuito a qualcun altro, oppure torna indietro perché ha sbagliato a comunicarti necessità o addirittura non ha più le risorse per procedere.
Tuttavia, da tante perdite di tempo e risorse, sono nate schede elettroniche che oggi vengono commercializzate e che soddisfano le richieste di altri clienti ed altri mercati, proprio perché abbiamo continuato a credere nel valore del tempo che vi abbiamo dedicato.
Un consiglio per le nuove generazioni di progettisti?
Non studiate solo software! Per essere ricercati dalle aziende dovete studiare elettronica. Specializzatevi in elettronica analogica, soprattutto di potenza. Poi implementate il digitale, che male non fa.
PROGETTI MEMORABILI: il progetto più bello prima della Luxelt e durante questi 15 anni di Luxelt.
Il progetto più bello è stato il primo UPS da 800KVA: alimentava tutti i computer di una banca inglese. Un grande progetto. Siamo stati anche i primi ad accoppiare l’UPS con un generatore eolico.
Poi gli alimentatori per diodi laser per elettromedicali: sul mercato non c’era nulla di simile. Macchine per fisioterapia, laser chirurgici, uso veterinario. Una lampada allo Xenon per la depilazione definitiva, uno dei primi macchinari: è stato molto coinvolgente lavorare in team con il cliente ed i collaboratori che erano specializzati in biologia e dermatologia.
In Luxelt il progetto più interessante è stato quello realizzato durante il periodo della pandemia: si trattava di un sistema che permetteva di erogare liquido igienizzante all’avvicinamento della mano da parte dell’utilizzatore. La sfida è stata rendere il sensore non suscettibile a disturbi e differenze di luminosità ambientale. E’ una scheda che è attualmente in commercio e vediamo che attira l’attenzione di clienti provenienti da altri settori e per applicazioni diverse da quella per cui questo prodotto è stato studiato.